Incognita vincoli sulle elevate qualificazioni
8 Aprile 2024 - Il Sole 24 Ore – Norme & Tributi+ Enti Locali - di Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan
In breve
La bozza di atto di indirizzo propone lo sblocco dei fondi per retribuzione e risultato
La direttiva sul contratto delle Funzioni Locali 2022/24 promette ampi spazi di manovra sul trattamento economico delle «elevate qualificazioni». In modo esplicito, nella bozza, i Comitati di settore esprimono l’indirizzo di «non computare» la retribuzione di posizione e di risultato nel limite dell’articolo 23, comma 2 del Dlgs 75/2017, in coerenza con la sostenibilità finanziaria.
È, se sarà confermata, una novità di non poco conto in quanto oggi gli enti possono destinare alle elevate qualificazioni un budget non superiore a quello del 2016, aumentato se i dipendenti aumentano rispetto a fine 2018. Inoltre, il contratto consente di aumentare questo limite spostando risorse dal Fondo del comparto, ma con il consenso dei sindacati nel decentrato; situazione difficile da concretizzare. Anche se l’ultimo contratto ha portato la retribuzione di posizione massima da 16mila a 18mila euro, in costanza del vincolo finanziario l’aumento è stato poco applicato.
La richiesta di escludere posizione e risultato dai limiti 2016 si colloca all’interno delle strategie proposte dai Comitati di settore per rilanciare l’attrattività degli enti locali. dopo una significativa riduzione del personale dovuta, secondo lo stesso atto di indirizzo, anche a un trattamento decisamente poco allettante. Le soluzioni proposte rispondono alle esigenze organizzative degli enti. Spesso, soprattutto nei Comuni privi di dirigenza, le elevate qualificazioni devono occuparsi di una vasta gamma di procedimenti con responsabilità rilevanti, sia di risultato sia nei confronti dei terzi e della magistratura contabile; con una remunerazione spesso non in linea con i compiti svolti.
Lo sblocco del budget 2016 permetterebbe, compatibilmente con la sostenibilità finanziaria, diverse strategie. Potrebbe valorizzare le posizioni già previste garantendo una retribuzione di posizione più elevata e consentirebbe una riorganizzazione della macro-struttura e l’introduzione anche di nuovi incarichi di responsabilità, bloccata dal 2011. Anche la “direttiva madre” enfatizza un nuovo modello organizzativo basato sui risultati. In questo ambito non va sottovalutata la possibilità di prevedere nuove risorse a favore della retribuzione di risultato.
Come questo obiettivo possa essere raggiunto in costanza di una normativa vincolante non è chiaro. L’unico indizio, minimale, nell’atto di indirizzo riguarda gli enti privi di dirigenza per i quali si richiama una norma che consentiva (fino al 20 maggio 2019) di finanziare gli aumenti di posizione e risultato con l’utilizzo delle capacità assunzionali.
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